L’importanza degli strumenti teatrali, la bellezza del linguaggio, la potenza del suono e dell’esposizione: dalla poesia alla parola
Progetto didattico con lo scopo di insegnare l’uso degli strumenti teatrali: la potenza del suono, la capacità di esporre e di raccontare, di potenziare la memoria attraverso un allenamento tecnico vitale che permette l’assorbimento organico della ricchezza del linguaggio. Una buona esposizione non serve soltanto all’attore di domani, ma serve in tantissime professioni e mestieri.
Il laboratorio, curato dall’insegnante Tullia Alborghetti, inizia Venerdì 6 Febbraio ed è aperto a tutti gli studenti della Scuola Secondaria di Secondo Grado , con o senza esperienza teatrale.
La partecipazione è gratuita e libera, ogni studente può scegliere di essere presente ad uno o a tutti e due gli incontri della settimana, di partecipare ad una o a più ore negli orari indicati in completa autonomia.
LUNEDÌ E VENERDÌ | ORE 14.00 – 18.00
Elementi e caratteristiche del progetto
La poesia in questo contesto è vista non come materia specifica ma come una chiave che può aprire tutte le porte; la si studia da un punto di vista creativo: la struttura musicale, l’energia espressiva, la potenza del suono.
Utilizzando gli strumenti teatrali, si sviluppa la capacità di esporre e si comprende l’importanza dell’uso della memoria.
Il poeta trova al posto delle note le parole, le parole sono composte da sillabe che seguono una metrica, e quindi una musica.
In alcuni testi la struttura si evidenzia volutamente per arrivare, tramite l’elemento sillabico e la sua ritmica, alla trasformazione in una musica vera e propria.
L’esplorazione contempla anche lingue straniere e in particolare lingue tribali e antiche perché esse obbligano una certa distanza dal significato e permettono di accogliere il suono nella sua purezza. Ogni autore ha una propria musica e ogni sua opera a sua volta si distingue dall’altra.
Gli elementi primari dell’espressione sono le vocali e le consonanti. Le vocali veicolano il sentimento e le consonanti la materia.
Se per esempio voglio esprimere un forte sentimento dicendo “io amo” istintivamente andrò ad appoggiarmi alle vocali e non alla consonante “m”. Se devo descrivere che una cosa è molto dura, come un guscio di noce, andrò a far valere le mie ragioni sulle consonanti, e non sulle vocali.
Altro elemento dell’energia espressiva è la sua forma: le prime due, più semplici, sono l’energia circolare e lineare.
Le basi di studio partono dalla Divina Commedia perché ha varie costruzioni onomatopeiche: l’energia circolare fa parte del racconto, l’energia lineare si trova nel personaggio drammatico, che parla in prima persona ed esprime la forza del proprio essere attraverso il diaframma.
La capacità di esporre: questa capacità combatte forme di timidezza, poiché si studia convivendo dentro un gruppo che scambia la stessa esperienza senza dimenticare la base di partenza , quella affettiva e creativa. Una buona esposizione non serve soltanto all’attore di domani, ma serve in tantissime professioni e mestieri.
L’uso della memoria: è un importante allenamento tecnico-vitale, permette l’assorbimento organico della ricchezza del linguaggio, sviluppa la capacità evocativa ed è nutrimento per l’immaginazione.
