“Maledizione a chi ha inventato la scuola!” Sarà capitato anche a te di sentire tuo figlio lamentarsi così, vero? Con ogni probabilità ti avrà chiesto se fosse proprio necessario che a qualcuno in un tempo remoto e imprecisato balenasse la brillante idea di costringere bambini e ragazzi come lui a passare tante ore chiusi in classe, con il rischio di essere interrogati, per di più. O a trascorrere interi pomeriggi sui libri, con gli occhi che bruciano, quando le ore assolate sono perfette per uscire a giocare. O ancora, a incrociare le dita di mani e piedi sperando che la verifica di matematica sia andata bene.
Ma con chi esattamente sel’è presa tutte quelle volte? Chi ha inventato la scuola? Se continuerai a leggere, scoprirai la risposta, e conoscerai la storia della scuola, dalle origini nella lontana Mesopotamia fino alla moderna scuola digitale.
Le origini: i Sumeri e la scrittura
Nella nostra ricerca delle origini della scuola, dobbiamo andare davvero molto indietro nel tempo. Addirittura risaliamo ai Sumeri, quasi cinquemila anni fa. Da loro è nato il concetto che si trova alla base dell’idea di scuola, ovvero quello di un luogo in cui si incontrano alunni e insegnanti, e i secondi hanno il ruolo di far imparare determinate nozioni ai primi.
I Sumeri hanno dato una struttura fisica a questa attività. Questo si è rivelato necessario principalmente per via dell’invenzione per la quale questo popolo è famoso, e che ha segnato l’inizio della Storia vera e propria: la scrittura. Una volta inventata, la scrittura doveva essere tramandata alle generazioni successive, affinché anche i giovani se ne potessero servire.
Il linguaggio veniva insegnato su tavolette di creta. Per lo più si imparava a leggere, scrivere e contare, ma erano ammessi solo i maschi che sarebbero diventati sacerdoti.
La scuola nelle civiltà antiche
Gli antichi Egizi, invece, avevano un’idea di scuola più sofisticata: l’insegnamento era riservato a chi un giorno si sarebbe occupato di politica e avrebbe avuto un ruolo di prestigio.
Ne corso del tempo e nelle diverse civiltà, si sono susseguite molte altre versioni. Ad esempio, in Persia i ragazzi venivano istruiti all’astronomia, alla matematica, e imparavano anche a praticare alcuni sport (come il tiro con l’arco, l’equitazione, la corsa, il lancio del giavellotto), utili per le attività militari.
I Greci invece si riunivano nelle Accademie, che erano luoghi in cui ci si profondeva in argomenti davvero impegnativi. La Grecia, infatti, è la culla della filosofia e dell’arte occidentale. Proprio dalla Grecia deriva l’origine della parola “scuola”, dal termine “scholèion“, che significava, pensa un po’, tempo libero. In Accademia, infatti, si riunivano appunto studiosi e pensatori a discutere di scienza e filosofia, per trascorrere il loro tempo libero.
La schola dei Romani è stata un punto di svolta: sebbene fosse ancora riservata a pochi, ovvero solo ai ragazzi provenienti dalle famiglie più ricche, anche le femminucce potevano accedervi, fino a 15 anni. Esisteva anche la possibilità di farsi istruire da un maestro privato. I Bizantini inventarono infine la scuola primaria.
La scuola moderna
Avvicinandoci ai tempi più moderni, le scuole come le conosciamo oggi, organizzate dallo Stato, vedono il loro inizio nel XVIII secolo. All’epoca l’Italia non era ancora uno stato unificato. Il primo passo fu compiuto dal Regno di Sardegna. Ma la vera rivoluzione fu quella dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, che decise che le scuole dovevano essere un dovere dello Stato nei confronti del futuro del proprio popolo. Ecco allora che arrivò il primo esempio di scuola pubblica gratuita, e anzi obbligatoria, per maschi e femmine. La diffusione di questa tendenza nel resto dell’Europa avverrà il secolo successivo.
Da allora il concetto è rimasto lo stesso, fino ad arrivare ai giorni nostri, quelli in cui anche tu vivi. In tre secoli di storia molte cose sono cambiate. I programmi sono diventati sempre più difficili, con lo scopo di dare alle giovani menti le conoscenze di cui hanno bisogno per il loro futuro e per una vita migliore. Le nuove tecnologie sostengono la scuola grazie alla rivoluzione della scuola digitale, che ha fatto sì che non fosse più necessario un luogo fisico per poter imparare.
Non solo: anche il modo di vivere la scuola è cambiato. Non si tratta solo di un edificio in cui tuo figlio impara le diverse materie, ma anche tutto ciò che gli sarà utile nel corso della vita, come la cittadinanza digitale. Con questo termine si intende un insieme di diritti e doveri che hanno lo scopo di semplificare i rapporti tra le persone, grazie all’utilizzo della tecnologia. L’insegnamento della cittadinanza digitale a scuola, obbligatorio dal 2019, la dice lunga: oggi la scuola è prima di tutto un modo per imparare a stare con gli altri, a rispettare l’identità, il pensiero e la personalità di ognuno, a essere oggi bambini accoglienti verso la diversità e domani adulti propensi all’integrazione.